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lunedì 28 febbraio 2011

Le parole di CasaPound: opinioni e verità


Le parole sono importanti, non a caso ci ho titolato il blog. E allora voglio affrontare la questione CasaPound a Bologna. Sulla convivenza difficile tra i neofascisti e via Guerrazzi ho già scritto per La Stefani, anticipando anche che per ottenere la cantina (la "sede") i ragazzi dell'organizzazione avevano detto che gli serviva per deposito mobili. Il proprietario ha deciso in questi giorni di revocargli l'affitto. Oggi voglio scrivere due righe  - e una piccola notizia di valore soprattutto simbolico - sulle vicende di sabato. CasaPound ha organizzato una conferenza alla sala del Baraccano (quartiere Santo Stefano, commissariato come il Comune), l'argomento? Il nucleare. Tra i relatori Michele Facci, Pdl. Viste le contestazioni dei ragazzi (in prima fila Bartleby e i collettivi), la conferenza è stata spostata in via San Mamolo alla Casa dell'Angelo.

Per la cronaca, io sono entrata, in quella sala. Si contavano 13 ragazzi, oltre ai tre relatori. Sei o sette invece erano rimasti fuori a controllare cosa succedeva (un blocco della polizia impediva l'acceso dai viali dei manifestanti).

Sull'opportunità di dare spazi istituzionali a un'organizzazione neofascista non voglio discutere ulteriormente (ricordo però che l'ex presidente di quartiere del centrosinistra Andrea Forlani non consentì l'utilizzo delle sale del quartiere). Voglio solo chiedere a chi professa la necessità di questi spazi sbandierando la libertà di opinione per quale motivo ha prenotato la sala sotto un nome che non è quello dell'associazione realmente coinvolta nell'evento (vedi foto).

Come testimonia la foto che ho raccolto, la sala per l'iniziativa di CasaPound è stata prenotata da una fantomatica "Associazione sole e acciaio" che non risulta né nell'elenco delle associazioni registrate al comune di Bologna né (per quel che riscontro) dal web. Su internet però il richiamo al sole e all'acciaio delle armi è frequente ed è riferito alla sfera militare, alle armi. Perché non prenotare la sala a nome CasaPound? E la libertà di opinione tanto reclamata può forse prescindere dall'obbligo (almeno morale) della verità? Per ciò che riguarda l'acciaio, temo che CasaPound abbia senza volerlo detto parole di verità.

domenica 27 febbraio 2011

Se non ora, anche domani


Apro questo blog con il 13 febbraio. Con le donne "unite, diverse, li-be-re" che sono arrivate a fiotti in Piazza Maggiore, in barba al decreto Maroni che quella piazza (la domenica) la vorrebbe chiusa. Con i loro compagni e amici che hanno scelto di stare al loro fianco per difendere la dignità della donna - e dell'uomo. Con i partiti che c'erano, sì, e che però avevano scelto una battaglia comune, una presenza forte ma non invadente. Con le signore impellicciate che ce l'avevano con la Santanchè anche se hanno sempre votato a destra. Con quelle che spingevano il passeggino in mezzo alla folla. E le ragazze sveglie che nei partiti ormai non credono più, ma che spero possano cambiare idea, perché ci sono ragazze poco distanti da loro che stanno lottando per una politica migliore. Apro questo blog con i volti di Piero Ignazi che si indigna, Syusy Blady "né velina né velata", il linguaggio con le ali per terra di Alessandro Bergonzoni, ma soprattutto con le voci di quelle e quelli di cui non conosco il nome, ma di cui mi sembra di conoscere così bene le ragioni!

Le interviste (riprese di Giorgio Gattelli per pdbologna.org)