Pagine

giovedì 6 dicembre 2012

13.500 EVVIVA!!!

Carissimi amici,
poche parole per una grande gioia.
Ieri sono state consegnate 13.500 firme, il 150% delle firme necessarie per l'indizione del referendum consultivo cittadino per la scuola pubblica.
Il grande momento di partecipazione elettorale diventa sempre più concreto, e perché possa essere veramente coinvolgente chiediamo l'accorpamento con le elezioni politiche: oltre a produrre risparmio per i cittadini e la collettività, soprattutto l'accorpamento garantirebbe una consultazione nei modi più ampi e coinvolgenti.  


Simbolicamente ci siamo abbracciati ieri mattina davanti al Comune, ci siamo "accorpati" per la partecipazione. E poi tanta gioia, i fumetti disegnati per noi in Piazza Maggiore da Zap e Ida, il jazz dal vivo del bravissimo Guglielmo Pagnozzi... E ancora, la consegna dello scatolone con le 13.500 firme.
Una festa per tutti, con il cuore aperto alla città e con gli abbracci "a chilometro zero": la partecipazione genuina direttamente dai cittadini alla politica.


Per chi non ha potuto esserci, ci sono tanti modi per partecipare e per gioire assieme della grande tappa raggiunta. Ad esempio sul sito del Comitato referendario trovate il comunicato stampa, la scheda tecnica sulle tappe imminenti, le foto di ieri, il video di radio fujiko con il flash mob e la consegna delle firme. La rassegna stampa viene gradualmente aggiornata sia sul sito (Dicono di noi) che sulla pagina facebook. Potrete insomma facilmente ripercorrere sulle nostre piattaforme online la bellissima giornata di ieri.

LE PARTECIPA-FOTO Durante il flash mob ci siamo fatti tante foto con 5 cartelli "referendari". E' possibile ancora partecipare, anzi chi non ha già la foto è invitato a inviarcela. Tutto spiegato (e fotografato!) al link. Far girare le foto e i cartelli sul web, ancora una volta, può essere un modo utile per far circolare la nostra causa.
Complimenti a chi si è messo in gioco, si è coinvolto e ha coinvolto, auguri per il resto della strada che ci aspetta da percorrere insieme.
A prestissimo dal vivo, e (proprio il caso di dirlo!) un abbraccio.


lunedì 26 novembre 2012

Oltre i confini del disimpegno



Cari amici,
come sempre l'impegno parte dal territorio e ci lega ad esso. Ma oggi voglio portarvi con me anche oltre i confini di Santo Stefano, e soprattutto oltre i confini del disimpegno. Perché questa battaglia civile che si chiama "referendum per la scuola pubblica" ha bisogno di tutti noi, certamente non può fare a meno di te.
E allora per portarti nello spazio dell'impegno voglio dimostrarti quanto ne valga la pena.
Comincio con il condividere la gioia e l'entusiasmo dell'esperienza referendaria. So che con molti di voi ho già avuto modo di farlo di persona, e che alcuni sono già impegnati in prima persona, sono coinvolti e hanno coinvolto...So anche che la fatica non manca, e che la battaglia è tutt'altro che semplice.
Ma gli alleati, senz'altro i più preziosi, sono i cittadini come me e te, perciò ci sono mille motivi per gioirne e per partecipare, ogni giorno della settimana.
Vi invito come sempre a COINVOLGERVI E COINVOLGERE!


  • Ecco i buoni motivi ad esempio il LUNEDì, quando va online, e dalla scorsa settimana anche in radio, il DIARIO DI SCUOLA. Raccogliere questo bagaglio di esperienze individuali, ma anche e soprattutto collettive, significa affondare tutti i giorni le mani in una città e una società civile ancora vitalissima, che METTE INSIEME il suo sapere, le sue idee, le sue esperienze, per una BUONA RAGIONE COMUNE. 
  • Buoni motivi ad esempio MARTEDì, perché altri cittadini non di Bologna, ma della provincia di MODENA,  ci invitano a raccontare anche lì da loro l'esperienza bolognese, e stanno meditando di esportarla. Come succede anche in altre città! Allora nonostante qualche chilometro, tocchi con mano che per fortuna la distanza è assai corta... 

  • Buoni motivi ad esempio di MERCOLEDì, perché TUTTI POSSANO ASCOLTARE E VALUTARE LE DIVERSE RAGIONI, e farsi un'OPINIONE CONSAPEVOLE. Questa città è ovviamente capace anche di questo, i monologhi li lasciamo ad altri, mercoledì sera accettiamo il CONFRONTO: vi allego il volantino dell'iniziativa promossa e moderata da Movimento5Stelle, un dibattito Art.33 contro Fism, che si terrà MERCOLEDì SERA ORE 20,45 IN VIA FAENZA 4, in allegato il depliant. Segnate in agenda e, se liberi, venite!

Inutile dire che se qualcuno fra voi ambisce ad avere qualche sera maledettamente impegnata con delle ragioni maledettamente buone, o semplicemente a dedicare qualche ora a una buona causa, anche pochissimo tempo ma di qualità, anche semplicemente dal pc e passando parola, è come sempre il benvenuto.
Perciò vi ri-giro il link per COINVOLGERVI E COINVOLGERE http://referendum.articolo33.org/volontari/


Con abbracci, tanti e forti, ma soprattutto resistenti.
La vostra Francesca

lunedì 5 novembre 2012

BUONE NOTIZIE! Amianto, ci siamo: comincia lo smaltimento!

FLASH/ Aggiornamento del 21 novembre 2012/  

Sono FINITI oggi, anche con qualche giorno di anticipo, i lavori di smaltimento dell'amianto alla ex caserma Mazzoni. Sono felice della positiva risoluzione della vicenda, e di aver contribuito per quel che era in mio potere a far respirare aria pulita. Mettere in circolo aria pulita: del resto cosa, se non proprio questo, dà senso all'impegno collettivo?
 
-----------------------------------------------------------------------------

Carissima/o,
una BELLA NOTIZIA!
Ricordi il problema amianto in quartiere e il mio impegno sul tema?
http://fradebenedetti.blogspot.it/2012/09/per-respirare-meglio.html
Bene, CI SIAMO! A partire da oggi, e nel giro di pochi giorni, verranno svolti i lavori che LIBERERANNO DALL'AMIANTO la zona della ex caserma Mazzoni, via delle Armi, adiacenze della scuola Tambroni.
Puoi vedere nella foto che ti allego tutti i dettagli sui lavori.
Come funzionano? Mi sono informata anche su questo, visto che anche questo mi sta a cuore, riguardando la sicurezza dei cittadini che vivono e passano in zona. Ti spiego allora in parole semplici cosa ho "imparato": la procedura di smaltimento dell'amianto comporta anzitutto l'applicazione di una specie di collante sulla superficie, in modo tale che le polveri volatili dell'amianto vengano immobilizzate e non vadano disperse nell'aria durante lo smantellamento delle tettoie. Una volta "messe in sicurezza" le tettoie, queste vengono avvolte in ulteriore materiale e portate via fino ad arrivare all'apposita discarica.
Oltre al Comune, anche la Usl è a conoscenza dei lavori, perciò vigilerà che vengano svolti in totale correttezza e sicurezza.
La ditta che si è aggiudicata i lavori e che li svolge, Faro service, è una ditta conosciuta, che svolge numerosi lavori di questo tipo ed ha quindi larga esperienza.
Spero di averti dato tutte le informazioni utili, e soprattutto sono felicissima che questo problema che perdura da anni giunga finalmente a soluzione!
Carissimi saluti da Francesca

mercoledì 31 ottobre 2012

IL REFERENDUM SI FARA'!

 
Carissimi amici,
una bella notizia sul fronte della partecipazione e della scuola pubblica!
Leggete qui le novità:
http://referendum.articolo33.org/2012/10/il-referendum-si-fara/

E' UNA GRANDE NOTIZIA! IL REFERENDUM SI FARA'! LA POLITICA DAL BASSO,
QUELLA DEI TANTISSIMI CITTADINI VOLONTARI FIRMATARI PARTECIPI E
COINVOLTI, LANCIA UN SEGNALE CHIARO, UN SEGNALE NOBILE E ALTO: PER LA
PARTECIPAZIONE, PER LA SCUOLA PUBBLICA, CONTRO I TAGLI E LA
PRIVATIZZAZIONE DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE!
Abbiamo tantissime firme ma continueremo comunque con i nostri banchetti a frequentare strade piazze luoghi fisici e virtuali, le firme e la partecipazione cresceranno ancora di più!
Giorno di festa per tutti noi, giorno di ringraziamenti a tutti i cittadini che hanno partecipato a questo successo! 

Tanti altri ancora ne dovremo coinvolgere: continuiamo il passaparola!
Baci da Francesca

giovedì 20 settembre 2012

Per respirare meglio!

Durante questo mio primo anno come consigliera del quartiere Santo Stefano, sono venuta in contatto con un serio e grave problema per la salute pubblica, che si protrae da anni. Come ha già certificato la usl ben 7 anni fa, nell’area demaniale della ex caserma Mazzoni (proprio all'aperto e vicino a pista ciclabile e scuola Tambroni) sono presenti ben 1200 metri quadri di coperture in eternit, o "cemento- amianto", per di più lesionato. Già nel 2005 veniva rilevato dalla usl che la contaminazione ambientale esponeva indebitamente a potenziali rischi per la salute i cittadini, e che era necessario procedere urgentemente a una efficace bonifica dei materiali di amianto. Inoltre nel 2008 associazioni, comitati e più di cento singoli cittadini chiedevano attraverso una raccolta di firme che dall’area della caserma, dichiarata dismissibile, e vuota già da 3 anni, venissero rimosse in sicurezza le tettoie di eternit, che contenevano amianto ed erano in pessimo stato di manutenzione. Fino ad oggi le tettoie non sono state eliminate, l’unica azione di smaltimento effettuata riguarda una porzione minimale dell’area (50 mq su 1200).



Le tettoie in cemento amianto sono ancora dov’erano allora, volgono anche all’esterno dell’area recintata, il materiale poi è spesso sbriciolato e quindi più rischioso perché vola nell’aria e viene inalato. Vicino c’è una pista ciclabile frequentata da cittadini di ogni età, a breve distanza ci sono le scuole Tambroni, la zona è intensamente abitata. Sin dall’inizio del mio mandato in Quartiere, mi sono interessata e attivata perché il problema venisse affrontato e risolto il prima possibile, a cominciare da un intervento del Comune in questa direzione. Ho trovato a livello comunale la collaborazione di Sergio Lo Giudice, ho fornito documentazione e materiale istruttorio per un ordine del giorno, che è stato presentato questa estate e messo in calendario per la votazione. E' stato poi approvato in Consiglio comunale questo lunedì 17 settembre.




L'ordine del giorno anzitutto documenta e riconosce esplicitamente il problema perdurante da anni, con tutti i rischi correlati per i cittadini. Inoltre sollecita un pronto smaltimento dell'amianto, chiedendo se necessario al sindaco in persona di intervenire con il suo potere di ordinanza. L’azione della amministrazione comunale sta trovando per ora un riscontro: il demanio sta aggiudicando i lavori di smaltimento. Con l'ordine del giorno approvato, un importante passo è stato fatto per sollecitare una rapida ed efficace risoluzione del problema.

lunedì 30 luglio 2012

Facciamolo insieme

Coinvolgiti e coinvolgi.
Assieme per la democrazia e la scuola pubblica!

Se hai un talento nascosto, è il momento di esprimerlo. Abbiamo un futuro migliore da creare.
Se sai disegnare al computer, è il momento di mettere mano alla tastiera e ai colori.
Se ti piace fotografare o fare riprese, ci sarà un po' di storia di Bologna da mettere su pellicola nei prossimi mesi.
Se la comunicazione è il tuo mestiere, abbiamo tante buone ragioni da diffondere assieme.
Qualsiasi sia il contributo che puoi dare, è importante che ci sia anche tu.
DIVENTA VOLONTARIO, COMPILA IL FORM http://referendum.articolo33.org/volontari/

N.B. Tutte le novità sulla raccolta delle firme, data di inizio e calendario dei punti di raccolta inclusi, saranno presto disponibili con aggiornamenti in tempo reale sul sito del Comitato referendario.

lunedì 9 luglio 2012

Precari, basic income, Europa sociale: questione di priorità

Da che parte sta il Circolo Precari, e quali sono le sue istanze, non è una novità: la nostra elaborazione politica procede da mesi ed è messa nero su bianco anche in una serie di documenti (ne ho raggruppati alcuni nel precedente post Inverno caldo, link).

Abbiamo portato la nostra elaborazione politica collettiva anche sabato 7 luglio alla Conferenza regionale Pd sul lavoro. In questa occasione sono intervenuta io esponendo alcune delle nostre istanze. 

Ecco il testo del mio intervento.


 
Da fenomeno marginale nella sfera pubblica e nella politica, il precariato esplode oggi in tutta la sua evidenza. Coinvolge soprattutto il terziario avanzato, il mondo dei servizi, ma di fatto è dilagante e scarsa parte della forza lavoro può dirsene fuori. Vale altrettanto per le età di riferimento.

Anzitutto crediamo quindi nella necessità di una operazione verità da parte della politica.
Il circolo precari è una metafora di questo passaggio. Nasce come circolo,  parte dagli operatori della cultura,  e si allarga oggi a giovani amministratori, guarda all’ampia realtà dei movimenti e stringe alleanze coi lavoratori.
Il passaggio successivo e necessario sarà quello in cui l’intero partito individuerà nelle istanze politiche di questa classe sociale – perché noi ci sentiamo una classe sociale – uno dei suoi obiettivi primi. Mettendo la dignità del lavoro tutto ai primi posti – senza dualismi tra garantiti e non garantiti, la dignità del lavoro tutto - e non lasciando le istanze dei precari ad altri, perché un partito socialdemocratico ai precari deve guardare, deve agire.

A proposito di partito socialdemocratico. La prima cosa che noi precari chiediamo è che questo partito si collochi senza esitazioni nelle prospettive di una Europa sociale. Rifiutiamo senza esitazioni un modello liberista in cui il lavoro si spoglia del suo abito pieno di diritto. Crediamo che il fallimento di questo modello e l’avanzare cavalcante del debito siano segnali da non ignorare. Chiediamo (e crediamo che sia nello spirito di un partito come questo) che all’Europa venga restituita la sua piena dimensione sociale. Europa sociale significa per noi precari, per noi gran parte del Paese, l’uscita urgente da un modello assicurativo. Significa ad esempio basic income, quella cosa che fuori da qui unisce tanti di noi, un intervento assolutamente alternativo al sussidio di disoccupazione – e cioè: un reddito garantito dallo Stato attraverso la fiscalità generale, da erogare nei periodi di non-lavoro, analogo a quello vigente nei paesi del Nord Europa. Una proposta che abbracci anche i lavoratori autonomi e coloro che svolgono prestazioni occasionali - perché precari sono anche loro, e sono molti. Una proposta, inoltre, che contribuisca a far emergere l’enorme sfera di lavoro sommerso. Una proposta che tenga conto del reddito medio pro capite e che non sia vincolata alla contribuzione previdenziale versata fino a quel momento.
Il partito, crediamo, deve far sua senza troppe esitazioni questa battaglia.

Europa sociale, approccio sociologico al precariato, significa anche tenere la barra ferma sui servizi, senza i quali il lavoro specialmente femminile rischia di subire una grande erosione. L’indennità di maternità, ad esempio, chiediamo che venga universalizzata.

Universalizzare. Ecco una parola che finalmente unisca la politica ai precari, finora tenuti da parte e quasi invisibili nel discorso politico. I precari non sono solo i lavoratori dipendenti, sono molto e molti di più. Qualcosa di cui bisognerebbe tener conto quando si sostiene che il costo del lavoro precario dev’essere superiore al costo del lavoro stabile – e si rischia quindi che un passaggio come questo vada poi a discapito della busta paga del già martoriato lavoratore. Per non parlare del fatto che questo approccio lascia fuori la galassia occupazionale del terziario e della microimpresa.

Europa sociale significa anche tanto altro. Significa per esempio che l’importante punto della formazione non deve tradursi in un ulteriore esborso da parte dei già vessati precari alle categorie professionali di riferimento o ad altri, ma che deve costituire un processo biunivoco in cui l’acquisizione di nuove competenze corrisponda nel modo migliore possibile al riconoscimento dei percorsi professionali dei precari stessi. Significa quindi ad esempio riconoscimento del cosiddetto informal learning che nella galassia precaria coinvolge più d’uno. Una ricerca svolta dal nostro Circolo nel 2011 rivela che l’informal learning riguarda almeno il 60% dei giovani, e visto che le risorse sulla formazione sono prevalentemente devolute alle Regioni, la nostra Emilia-Romagna potrebbe attivamente impegnarsi per il riconoscimento di questi percorsi.

E a proposito di territori. Da tempo il circolo precari è impegnato attivamente per individuare e proporre forme di welfare mutualistico rivolte ai precari. E su questo punto dobbiamo dire che la Regione può e deve sperimentare nuove forme di welfare. Dal 2001 al 2004 sono state effettivamente già realizzate in Emilia-Romagna misure volte a finanziare associazioni di precari con la finalità mutualistica di fornire servizi di consulenza ad altri precari. Oggi, i precari sono aumentati, ma quelle misure non ci sono più. Perciò su questo fronte siamo impegnati, stiamo elaborando un progetto a riguardo e crediamo che un sostegno condiviso su questo fronte sarebbe il presupposto per un ruolo d’avanguardia della nostra Regione sul fronte del precariato.

Per concludere, un invito. La massa di precari, una vera e propria classe sociale, grande, ampia, composta principalmente da lavoratori altamente formati e consapevoli, si sta organizzando e deve organizzarsi. In questo processo, che è e deve rimanere aperto alla società e ai movimenti, il circolo precari sta dando con dedizione il suo apporto. E’ necessario però che tutto il partito riconosca tra le sue priorità l’esistenza di questa realtà, che individui interlocutori che provengono da quella realtà precaria, e che infine insieme a loro e con coraggio politico si attivi per cambiare le cose. In modo attento  e vicino alle persone ma con un obiettivo alto, quello di una sinistra e di un’Europa sociale.


[NOTA: Su precari e classi sociali consiglio caldamente l'elaborazione teorica sviluppata da Riccardi Paccosi nel suo Glossario di guerra, link ]

venerdì 29 giugno 2012

Voto no per dire forte il mio sì alla scuola pubblica, laica e gratuita.

Ieri il Consiglio di Quartiere Santo Stefano si è riunito per esprimere il proprio parere sulla nuova delibera di Giunta riguardante il sistema di elargizione di fondi pubblici alle scuole d'infanzia (3-6 anni) paritarie private. Il parere è stato quasi unanimemente favorevole: a favore il centrodestra, a favore il centrosinistra, ad eccezione della sottoscritta. Che ha votato contro. Contro anche il M5S, astenuto Aldrovandi.

Le ragioni della mia contrarietà riguardano vari aspetti, tecnici e di sostanza, riguardanti la nuova convenzione. Riguardano soprattutto la mia convinzione nel diritto insopprimibile alla scuola pubblica, laica e gratuita sancito dalla Costituzione. Convinzione ancor più bruciante oggi che il Comune di Bologna conta centinaia di esclusi dalla scuola pubblica, che hanno chiesto e hanno diritto alla scuola pubblica. E invece assistiamo oggi al paradigma costituzionale rovesciato: il libero insegnamento diventa onere per lo Stato, e la scuola pubblica diventa un diritto sacrificabile. A ciò si aggiunge la lucida amarezza sul dialogo mancato e le promesse tradite: con voto favorevole del Consiglio comunale l'anno scorso si stabilì di fare nel corso dell'anno una istruttoria partecipata per discutere con i cittadini sulla validità o meno del sistema. Non è stata fatta. La nuova delibera, di durata quadriennale, è stata invece concertata - lo si è appreso a cose fatte dai giornali - da un "gruppo di lavoro" composto dalla diretta interessata, Fism, e da tecnici dell'amministrazione.

Credo con forza che chi condivide il mio pensiero e le mie motivazioni abbia il diritto di trovare in sede di Consiglio una rappresentanza politica e istituzionale, perciò convintamente ho votato contro. Ecco di seguito il mio intervento.




Nuova delibera riguardante le convenzioni con le scuole d’infanzia private paritarie
Consiglio di Quartiere S. Stefano, 28/6/2012, espressione di parere
Voto contrario di Francesca De Benedetti: intervento e motivazioni


•    OSSERVAZIONI TECNICHE
 
Per commentare la nuova delibera parto dalla legge di parità, cito:

REQUISITI PER IL RICONOSCIMENTO DELLA PARITA’ SCOLASTICA – L. 62/2000 E DM 83/2008
COMMA 4 ART. 1 L. 62/2000
La parità è riconosciuta alle scuole non statali che ne fanno richiesta e che, in possesso dei seguenti requisiti, si impegnano espressamente a dare attuazione a quanto previsto dai commi 2 e 3:
a) un progetto educativo in armonia con i princípi della Costituzione; un piano dell'offerta formativa conforme agli ordinamenti e alle disposizioni vigenti; attestazione della titolarità della gestione e la pubblicità dei bilanci;
b) la disponibilità di locali, arredi e attrezzature didattiche propri del tipo di scuola e conformi alle norme vigenti;
c) l'istituzione e il funzionamento degli organi collegiali improntati alla partecipazione democratica;
d) l'iscrizione alla scuola per tutti gli studenti i cui genitori ne facciano richiesta, purché in possesso di un titolo di studio valido per l'iscrizione alla classe che essi intendono frequentare;
e) l'applicazione delle norme vigenti in materia di inserimento di studenti con handicap o in condizioni di svantaggio;
f) l'organica costituzione di corsi completi: non può essere riconosciuta la parità a singole classi, tranne che in fase di istituzione di nuovi corsi completi, ad iniziare dalla prima classe;
g) personale docente fornito del titolo di abilitazione;
h) contratti individuali di lavoro per personale dirigente e insegnante che rispettino i contratti collettivi nazionali di settore.


La normativa che costituisce il contesto giuridico all’interno del quale una scuola privata è definibile paritaria sancisce già quindi: l’iscrizione alla scuola paritaria per chiunque ne faccia richiesta e l’inserimento di studenti con handicap o in condizioni di svantaggio. In più stabilisce la necessità della pubblicità dei bilanci e fa leva sulle condizioni dei lavoratori richiamando ai contratti collettivi nazionali di settore. C’è già tutto quindi, e anzi di più.
Ciò non toglie che i dati ci mostrino come solo 11 bambini su più di 1700 iscritti alle private paritarie bolognesi nell’anno appena trascorso siano bambini con handicap e 50 su più di 1700 figli di stranieri (Il che peraltro significa poco: stiamo parlando forse di stranieri con difficoltà di inserimento? O del figlio del diplomatico danese a Bologna? In che termini essere stranieri costituisce ragione di premialità? La delibera su questo non porta alcuna specificazione).
Un anno fa veniva stabilito un contributo fisso di 12mila a sezione + 2500 per coordinamento pedagogico, per un totale di 14.500 euro
Oggi lo si prevede di 10mila + 2500= 12.500
Ma:
- Prima il massimo contributo elargibile per ogni scuola tramite il sistema di premialità ammontava a 9mila euro, oggi può arrivare anche a 12mila euro.
- Il contributo per la refezione scolastica passa da 3mila a scuola a 800 pro capite.
- Allora veniva fissato un budget, oggi no. Ogni anno in sede di bilancio verrà definito l’ammontare.

•    POCO CAMBIA PERCHE’ NULLA CAMBI

Sui giornali questa delibera è stata presentata come un modo per ridurre le iniquità e abbassare i finanziamenti, ma questo non corrisponde alla prova dei fatti. Abbassare il contributo fisso per sezione non significa affatto che l’ammontare complessivo dei finanziamenti diminuirà. Tutt’altro.
Anzitutto questa volta non c’è un ammontare prestabilito e la incertezza sull’ammontare si presta a indefinite scelte politiche. In secondo luogo, importantissimo, apprendiamo dai giornali che l’assessore alla scuola Pillati intende supplire al problema delle centinaia di esclusi dalla scuola dell’infanzia pubblica appellandosi alle scuole private paritarie e chiedendo loro in sostanza di offire posti per chi ha chiesto, ed è rimasto escluso, dalla scuola pubblica. Questo significherà con ogni probabilità nuove sezioni di scuole private paritarie convenzionate e, ancora, ulteriori finanziamenti pubblici. Con il lievitare quindi dell’ammontare complessivo.
Del resto questo è stato il trend sin da quando con la giunta Vitali il comune di Bologna ha foraggiato le scuole private. Che anche dalla Regione ricevono poi ulteriori finanziamenti.
Con Vitali alle private andavano 391mila euro. Il centrodestra di Guazzaloca non smentì e anzi triplicò la cifra sul piatto, che arrivò a 1 milione86mila euro. La giunta Cofferati una dichiarazione importante la fece: a tutti i bimbi che chiedevano la scuola pubblica comunale e statale, questa doveva essere garantita. Ma quanto ai finanziamenti, anche il sindaco Cofferati non si differenziò granché: solo 43mila euro in meno, con un totale di 1milione43mila euro.
Cancellieri e poi Merola al suo primo anno si attestarono a 1milione69mila euro.
E oggi cosa succede? Il nuovo sistema cambia poco perché nulla cambi. Definisce criteri premiali sollevando questioni come la parità di accesso che sono ben conosciute da anni. E come le risolve? Stabilendo standard che già la legge di parità garantiva, anche se spesso non sono stati rispettati. Li stabilisce in modo lasco, per cui basterà dare accesso a 4 stranieri, 4 anticipatari o un disabile per scuola per veder lievitare il proprio finanziamento.
Altro punto che non convince. Mentre dal 2008 non è possibile vedere le relazioni sull’andamento delle paritarie, che pure dovrebbero essere parte certa e integrante del sistema di controllo (e spero qui di essere smentita e di poter leggere quelle relazioni), d’altra parte la nuova delibera premia economicamente i cosiddetti sistemi di autovalutazione. Cosa significa? Autocontrollo? Un questionario di gradimento ai genitori? E’questa la briglia del sistema? E’ delegata a una non meglio precisata iniziativa fai da te?
Veniamo poi ai costi annui e all’affermazione per cui questa delibera garantirebbe maggiore equità. Ebbene, la premialità scatta per scuole che abbiano tariffe onnicomprensive ovvero un costo annuo non superiore ai 3mila euro annui. Sapete quante sono quelle che attualmente sforano? Solo una o due al massimo.
Da un calcolo fatto sulla base dei dati dello scorso anno, emerge un panorama in cui i premi ammontano con ogni probabilità a 407mila500 euro, le punizioni a 7mila. E già da questo confronto emerge in cosa consista il grande scarto in termini di equità rispetto agli scorsi anni.
Se poi prendiamo appunto i dati delle singole scuole all’anno appena passato, ipotizzando che siano virtuose ancora tutt’oggi, avremo un totale di contributi fissi per sezioni pari a 740mila euro, a cui si aggiungono premi per 407mila500 euro, meno i 7mila di punizioni. Si arriva insomma a un totale di un milione 140mila500 euro. Persino più, quindi, dello scorso anno e della scorsa delibera, quella con la quota totale prefissata.
Aggiungiamo a tutti questi spunti tecnici poi la spinta della Pillati alle scuole private a soddisfare la domanda di scuola pubblica comunale e statale.

•    DIRITTO E FAME DI SCUOLA PUBBLICA 



E qui voglio tornare. Alla domanda di scuola, alla fame di scuola, non una scuola qualunque ma la scuola pubblica laica e gratuita, che ho visto in questi giorni in tanti genitori di bimbi esclusi dalla scuola dell’infanzia.
Perché se usciamo dai tecnicismi questo è e rimane il punto chiave: la scuola dell’infanzia di Bologna, la scuola pubblica laica e gratuita è o no un diritto? E quanto conta per l’amministrazione il diritto alla libera scelta? Già, perché la costituzione stabilisce il diritto al libero insegnamento e senza oneri per lo stato. Stabilisce ancora che la scuola pubblica è un diritto. Quello a cui assistiamo oggi invece è il paradigma rovesciato: il libero insegnamento diventa onere per lo stato, e la scuola pubblica diventa un diritto sacrificabile.
Bene, Licia che è una mamma di un bimbo escluso ieri nella commissione scuola del quartiere Reno, perché il quartiere Reno ha fatto una commissione sulla delibera, ha ribadito il suo diritto a mandare il suo piccolo alla scuola pubblica, e di non accettare di essere costretta a mandarlo in una scuola confessionale.
Io credo che questo dica tutto. Libero l’insegnamento privato ma garantito l’insegnamento pubblico, quello laico e gratuito, quello insomma comunale e statale.
Qualcuno ci dirà forse che senza quel milione e passa di euro il sistema crollerà.
Anzitutto vorrei ricordare che questa fu la motivazione per cui ci venne chiesto il consenso alla delibera di un anno fa. Venne poi promessa una istruttoria pubblica. Di più, il consiglio comunale deliberò – cito – “di dare mandato alla giunta di elaborare una proposta di partecipazione e consultazione sul tema delle modalità di sviluppo quantitativo e qualitativo del sistema cittadino delle scuole dell’infanzia, e che detto percorso dovrà realizzarsi nel periodo coincidente con l’anno scolastico 2011-2012”.
Ora, questa delibera su cui stiamo esprimendo parere ha durata di mandato, cioè quattro anni. Nell’anno appena passato nessun appuntamento di partecipazione è stato organizzato. La convenzione, apprendo dai giornali, è stata elaborata da un gruppo tecnico composto dalla diretta interessata, la Fism, e da tecnici di Comuni e Quartieri.
A un anno dalla scorsa delibera, su cui venne chiesto il consenso con motivazioni di urgenza e di sistema, quelle motivazioni sono scadute. A questo punto questa delibera con durata di mandato esprime chiaramente una volontà politica. La stessa con cui si intende rispondere al problema degli esclusi dalla scuola pubblica dirottandoli su scuole paritarie confessionali.
Permettetemi allora di esprimere in sintesi il mio pensiero attraverso le parole assai lucide di un articolo a firma della politologa Nadia Urbinati:

L´articolo 33 della nostra Costituzione è molto chiaro nell’attribuire le risorse pubbliche alle scuole pubbliche: “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”.
Per aggirare l´articolo, chi ha proposto e difeso negli anni il sostegno finanziario pubblico alle scuole private ha usato inizialmente l´argomento della libera scelta: chi vuole mandare i figli a una scuola di tendenza religiosa ha diritto di farlo e – ecco il salto logico che la Costituzione non consente! – il pubblico deve sostenerlo per rendere quella libera scelta effettiva. Ma non è chi non veda che la libera scelta di non mandare i figli alla scuola pubblica non può essere sostenuta con le risorse pubbliche. Se libera scelta è.
A questo argomento nel corso degli ultimi anni se n´è aggiunto un altro, economico: i tagli del governo centrale agli enti locali non consentono di aumentare i posti di scuola dell´infanzia, benché di essi ci sia bisogno a causa dell’aumento demografico; quindi (ecco l´argomento del bisogno) risulta essere meno costoso per un comune dare contributi alle scuole private che creare nuovi posti pubblici (nella specie comunali). Chi sostiene l´argomento del bisogno sembra non rendersi conto che la scuola pubblica (e la scuola dell’infanzia è “scuola”!) è diversa da quella privata: essa ha l´obbligo costituzionale di essere pluralista, e non è sostituibile da una scuola cattolica o di una qualsiasi altra religione. Non si può pensare di aggirare l´ostacolo della scarsità di posti nella scuola pubblica dando ai genitori indicazione di far domanda per mandare i propri figli in una scuola privata considerandola “come se” fosse pubblica.
Nel 1950, uno dei padri fondatori della nostra Costituzione, Piero Calamandrei, spiegava le astuzie e le strategie che potevano essere usate per distruggere la scuola della Repubblica. Le sue parole sembrano scritte ora: “L´operazione si fa in tre modi: (1) rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. (2) Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. (3) Dare alle scuole private denaro pubblico…. Ques’ultimo è il metodo più pericoloso. È la fase più pericolosa di tutta l´operazione…. Denaro di tutti i cittadini, di tutti i contribuenti, di tutti i credenti nelle diverse religioni, di tutti gli appartenenti ai diversi partiti, che invece viene destinato ad alimentare le scuole di una sola religione, di una sola setta, di un solo partito”. A queste ragioni, che sono le ragioni di una democrazia pluralista, la politica del Comune di Bologna dovrebbe ispirarsi.


Condivido queste parole che sono ben più profonde dei tecnicismi, ci parlano le parole della democrazia e della Costituzione. Esprimo la mia lucida amarezza per l’occasione di dialogo perduta nell’anno appena passato dall’amministrazione, e credo con forza che chi condivide il mio pensiero abbia diritto di trovare in questa sede rappresentanza politica e istituzionale.

Per tutte queste ragioni, il mio voto è contrario.

                                  


martedì 22 maggio 2012

Ci muoviamo insieme per la scuola pubblica

Cari amici,
per riportare al centro del dibattito e tra le priorità della politica la scuola pubblica,
e innanzitutto per restituire la parola ai cittadini,
lunedì 21 maggio io e altri 281 cittadini abbiamo consegnato in Comune a Bologna la nostra proposta di quesito referendario.
Se i garanti riterranno ammissibile il quesito, dovremo raccogliere 9mila firme e il referendum avrà luogo.
Per il Comitato ho l'incarico di portavoce, e condivido questa battaglia con la presidente del Comitato Isabella, mamma di uno dei 465 bimbi esclusi dalla scuola d'infanzia pubblica di Bologna, e con tanti cittadini, sindacati e associazioni che hanno unito le forze per difendere e promuovere la scuola pubblica. A partire dalla più tenera età, perché la scuola dell'infanzia non è un servizio ma un diritto. E la Costituzione parla chiaro.
Voglio condividere con voi la notizia, se voleste dare una mano nel Comitato c'è bisogno di tutti.
La parola ai cittadini!



IL COMUNICATO link
L'APPELLO SU MICROMEGA link
L'INTERVISTA SU RADIO CITTA' FUJIKO link


venerdì 23 marzo 2012

Inverno caldo

Ieri come Circolo Precari Pd ci siamo espressi su questa riforma, dicendo che stiamo dalla parte dei lavoratori e che bisogna tornare a votare
Link Basta governo Monti, è ora di tornare a votare! 

 
Già più di un mese fa ci eravamo espressi pubblicamente contro la retorica governativa dilagante (monotonia del posto fisso, mamma e papà...), abbiamo detto la nostra su art.18 e sulla precarietà, concludendo il nostro documento condiviso con un auspicio: "Crediamo che la scelta di proseguire o meno nel sostegno del PD al governo Monti non possa essere slegata, per la natura stessa del partito, dalla democratica consultazione sul territorio degli iscritti".
Link Monti e la monotonia: noi precari diciamo no

E l'elaborazione, il ragionamento erano cominciati molto prima. Questo inverno ci siamo espressi come Circolo Precari Pd a dicembre contro la deriva liberista e per un'Europa e Italia sociale:
Link E' il tempo delle scelte: welfare e lavoro, contro il liberismo 

Abbiamo elaborato proposte in vista della Conferenza Provinciale sul lavoro, le abbiamo portate al neonato Tavolo sulla precarietà:
Link Continuità di reddito e mutualismo


I nostri percorsi si sono incrociati in rete ma anche sul territorio e continuiamo a lavorare anche in un'ottica di prossimità territoriale, sin da quando abbiamo unito le forze

Se vuoi partecipare anche tu alle nostre discussioni, iscriverti, scriverci, contatta segretario@circolopdcreativieprecari.it

venerdì 16 marzo 2012

Sulla scialuppa dell'8 marzo


“Prima le donne e i bambini”: una regola arcaica che individua in noi femmine, e nei più piccini, i primi da mettere in salvo. Vale su una barca se sta per affondare, dovrebbe contare in un Paese in crisi: la bussola andrebbe puntata in direzione del futuro. E le strategie di marketing lo hanno intercettato, vedono quante siamo: donne e giovani, per vendere prodotti, svecchiare partiti, attirare consenso. Siamo tanti e tante, siamo in superficie. Ma rimaniamo dietro le quinte nel teatro del potere e dove si tirano le fila. “Prima le donne e i bambini”, eppure sabato pomeriggio 3 marzo in via del Piombo a Bologna le dieci ragazze attorno al tavolo si raccontano che la storia non va proprio così. 
CONTINUA AL LINK

venerdì 13 gennaio 2012

Appello per l'acqua e la democrazia

Condivido, e ho firmato, l'appello per l'acqua e la democrazia.
Lo metto anche sul mio blog per diffondere con tutti gli strumenti che ho.
L'APPELLO: link
Passaparola! F