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mercoledì 27 febbraio 2013

Donna Rachele, nostalgia del ventennio e incapacità di futuro

LA PREMESSA
Succede a Santo Stefano. "Oggetto: Il consigliere di quartiere Michele Laganà in occasione del consiglio di quartiere del 27 febbraio 2013. Proposta di intitolare la sala del Consiglio di Quartiere a Rachele Mussolini. Visto che la nostra sala del Consiglio di Quartiere non ha intitolazione propongo di intitolare la sala a Rachele Mussolini. Motivazione: Donna Rachele riconosciuto da tutti è stata una grandissima figura di donna italiana, è sempre rimasta fuori dalla politica ,ha sempre cresciuto e difeso i figli con una grande umiltà e onestà in momenti difficilissimi dedicando tutta la sua vita a loro".


MARTEDì SERA
Ieri alle 20 il Consiglio di Quartiere si riunisce e discute anche l'ordine del giorno proposto dal consigliere di quartiere del Popolo della Libertà, Michele Laganà. 
In sala ad ascoltare, un folto gruppo di antifascisti, giovani e donne, anche figlie di partigiane. 
Personalmente sento di ringraziare queste cittadine e questi cittadini per la loro presenza civile che è segno di attenzione e capacità di arginare civilmente sul territorio i rigurgiti neofascisti.

La proposta di Laganà viene bocciata ad ampia maggioranza. Favorevole lui, astenuto un suo collega del Pdl, contrari gli altri Pdl-Lega, qualche assente, contrari Centrosinistra M5stelle e udc. 
Penso che la proposta, fatta in sede istituzionale, sia grave, e che rigurgiti fascisti come questi vadano duramente ed esplicitamente condannati. Non basta io credo votare contro, bisogna anche dare un segnale chiaro che non c'è spazio nelle istituzioni e nella città per il fascismo in qualsiasi sua forma e iniziativa. Questa è una precisa responsabilità delle istituzioni oltre che dei cittadini.
Ecco il mio intervento fatto ieri in Consiglio.

Nel leggere la proposta di Laganà si potrebbe pensare con ottimi argomenti a una nostalgia del ventennio.
Ci si potrebbe domandare se non sia allarmante che una proposta simile, l’intitolazione della sala del consiglio di una istituzione alla moglie fascista del fascista per eccellenza, venga da un rappresentante delle istituzioni.

La risposta è sì, io credo che sia allarmante e da frenare con immediatezza e convinzione.

Si, io credo che ci sia nostalgia del ventennio in quella proposta, non c’è dubbio.

Mi auguro che il rifiuto di una proposta simile venga compatto e netto in una città come Bologna, madre della resistenza, dell’antifascismo, della giustizia e della libertà.

Ma alla durezza con cui avverso questo colpo di spugna alla memoria, devo aggiungere anche un’altra breve considerazione.

La sensazione amara che mi pervade nel leggere quella proposta, è una sensazione di una mancanza di futuro, incapacità di futuro, di questo guardarsi alle spalle rimanendo incapaci di vedere oltre.

Mi chiedo e vi chiedo se sia accettabile che nel 2013 si debba utilizzare l’essere donna e l’essere mamma per recuperare una sorta di orgoglio fascista. 
Essere donna ed essere mamma generosa è per fortuna un merito di tante, caro Michele. 


Ma oggi nel 2013, con una disoccupazione alle stelle, la diffusione ampia del precariato, quale politica indugia nei ricordi del ventennio invece di aborrirli e di guardare coraggiosamente al nuovo a partire dai diritti collettivi? 
Qualcuno interpreta la proposta di Laganà come provocazione, se così fosse avrei ritenuto provocazione più intelligente intitolare questa sala a San Precario.
Quale politica è, oltre che così buia, così autoreferenziale?

Se dovessi guardare al passato che sia anche il mio futuro, io guarderei al lavoro dei padre costituenti, prova di civiltà troppo spesso svilita tuttora.

Se dovessi guardare al nostro passato che sia anche il nostro futuro, penserei che le istituzioni più vicine al cittadino, loro innanzitutto, devono difendere e promuovere la democrazia, una politica aperta e senza ombre, una politica che invece di recuperare la parte più buia della nostra storia contribuisca a costruire un futuro più luminoso per tutti.

Per questi motivi, per la memoria e ancor più per un presente e un futuro più giusti, non posso che votare contro la tua proposta,
sicura e fiduciosa che un giorno potremo gloriarci delle tantissime donne che non solo non si sono tenute lontane dalla politica,
ma l’hanno vissuta con coraggio, partecipando, anche e proprio per i loro figli.