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giovedì 10 marzo 2011

8 marzo, quei silenzi che fanno rumore

Quelle che il rumore lo fanno…

E va bene, siamo così, dolcemente complicate, come diceva una canzone che - l' ha fatto notare la ficcante Guia Soncini - è stata scritta non da una donna, Fiorella Mannoia, ma da un uomo, Enrico Ruggeri. Ed è vero che alcune ci descrivono, sulle pagine dei giornali, come quelle che hanno paura di fare rumore mentre masticano il loro panino e quasi si nascondono mentre mangiano.   



Non sarò certo io a dire come siamo, se siamo dolci o se di mangiare panini non ci vergogniamo: a me le etichette, soprattutto quando sono superficiali, non piacciono. Quello che so è che di rumore le donne ne hanno fatto tanto l’8 marzo e anche il 13 febbraio e anche prima. E che l'hanno fatto nel nome di tutte, anche se non a nome di tutte e senza volerle per forza etichettare.

…e quelli che stanno in silenzio.

Quello che sui giornali non ho letto, ma che secondo me avrebbe dovuto far notizia, è il silenzio pesante del Pdl. Me ne sono resa conto il 7 marzo, quando, dovendo scrivere un pezzo per il giornale radio La Stefani sulle iniziative per la festa della donna a Bologna, ho spulciato su qualche sito pidiellino della mia città. Il mio voleva essere un pezzo bipartisan, come al di là delle parti dovrebbe essere la festa della donna. Non scrive nulla Galeazzo Bignami, mi sono detta, ma magari Anna Maria Bernini, parlamentare bolognese e candidata in Regione alle scorse elezioni, qualcosina farà o dirà. 



Non amo la retorica e le formule di rito, capisco inoltre che per il Pdl la dignità della donna sia  (come dire?) un tema scottante, ma come può un partito al governo dimenticarsi  completamente della festa della donna? “La mia giornata dell'8 marzo la passerò in aula a lavorare ai contenuti – mi ha detto al telefono la Bernini -, dovremo affrontare domani le questioni del testamento biologico e del federalismo regionale. Certo a queste persone che scendono in piazza non voglio negare la libertà di manifestare, ma nemmeno si possono fare strumentalizzazioni politiche”. 


Questioni di... opportunità. Ma le pari opportunità? Come può un partito con un ruolo istituzionale dimenticarsi completamente della lotta per le pari opportunità, per il lavoro, per la dignità delle donne? 
Si astiene da qualsiasi iniziativa per la festa delle donne la donna del Pdl bolognese. Dal partito di Silvio mi sarei aspettata qualcosa di più: perlomeno una balla, una barzelletta, una consulenza di comunicazione e marketing che si rispetti!

3 commenti:

  1. Cara Francesca,
    la tua è un'ottima osservazione. Io mi sono data una risposta sul silenzio delle donne del PDL.
    La festa dell'8 Marzo è una festa con radici sindacali e per questo da sempre indigesta alle forze di destra in più secondo me dobbiamo iniziare a guardare alla questione delle donne come faceva Joyce Lussu.
    E cioè: se è vero che dobbiamo essere unite e che o ci "liberiamo" tutte o non si "libera" nessuna tuttavia non possiamo scordare che la condizione sociale delle donne non è uguale. Joyce Lussu, che non fu mai tenera con le femministe pur essendo nei fatti una donna molto anticonformista e assolutamente libera, nel suo libro "Padre, padrone e padreterno" mette in evidenza come la questione femminile non potesse prescindere dalla lotta di classe. Che detta così di questi tempi fa un po' ridere ma che nasconde una profonda verità: nella storia le donne ricche, le mogli e le figlie della classe dirigente del paese hanno avuto tutto da guadagnare nell'essere complici di un sistema che opprimeva le donne. ( Ovviamente la sto un po' semplificando ma più o meno il concetto è questo)E quindi non lottavano certo per liberarle. Secondo me le donne del PDL hanno questo stesso problema. Chi sono le donne dirigenti del PDL? Sono forse come la mitica casalinga di Voghera che tanti voti procura a Mister B & CO? Ovviamente no. Al netto delle veline ovviamente (ma quella è un'altra storia)vediamo chi sono le donne dirigenti del PDL: la Bernini è figlia di un noto politico e professionista affermato, la Santanchè figlia anche lei di non so bene quale industriale e moglie di un chirurgo di fama di cui usa il cognome, la Prestigiacomo moglie di un imprenditore siciliano, la Todini figlia di un imprenditore edile, la Brambilla figlia di un imprenditore,eccetera eccetera eccetera.Quali problemi reali e concreti hanno mai incontrato queste donne nell'affermare la loro professionalità o nel gestire una vita divisa tra lavoro, famiglia ecc.? Noi donne comuni protestiamo e ci indigniamo anche perchè viviamo tutti i giorni le ingiustizie sul lavoro e le fatiche della vita quotidiana che sono lontane anni luce dal mondo dorato in cui sono abituate a vivere le donne dirigenti del PDL. E infatti loro stanno nel PDL perchè hanno tutto l'interesse a mantenere i loro privilegi e qui si torna al concetto di lotta di classe, ovviamente declinato in modo moderno ma questo è. Io non sono come la Bernini e la Bernini per mantenere i suoi privilegi deve cercare di neutralizzare la forza di quelle come noi perchè il miglioramento della nostra condizione vorrà dire una sua parte di perdita di potere, per quanto piccola molto pericolosa.
    Un abbraccio.
    Ceci

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  2. Grazie per il contributo. Sicuramente le ragioni che scrivi hanno un peso importante. Chiaramente, che si tratti di indifferenza o di scelte politiche dichiarate, l'assenza del Pdl è comunque una scelta politica, ha un valore preciso e un peso.Penso che l'opinione pubblica (se non i giornali, almeno noi tutti) dovrebbe denunciare la cosa. E perché no, magari avviare una discussione seria proprio sulle questioni e sulle contraddizioni che hai messo in evidenza tu nel tuo commento.

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  3. L'8 marzo, il 25 aprile, il 1 maggio, sono ricorrenze incompatibili con la filosofia del PDL, ora ancor di più appiattito sulle posizioni del suo capo. Sono ricorrenze che in qualche modo richiamano una unità di intenti ed una uguaglianza di genere, di nazionalità, di lavoro incompatibili con la logica del noi (ricchi, potenti, prepotenti, egoisti e menefreghisti, insomma: furbi) e loro (coglioni) che permea la genia dei forzaitalioti.
    Per quanto riguarda la Bernini...è bastata Annarella.

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