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domenica 20 marzo 2011

Nessun dorma


Nessun dorma: contro la chiusura del dormitorio bolognese di via Capo di Lucca si scatenano tanti in città. Stiamo parlando di una struttura di prima accoglienza che da novembre ad oggi ha ospitato circa 200 persone, di cui l’80 per cento non residenti e pochissimi già intercettati dai servizi sociali. Un “servizio a bassa soglia”, così lo definisce l’Antoniano che assieme a Piazza Grande gestisce il dormitorio nato per dare accoglienza nei mesi di freddo. Settanta posti letto che, con il terminare della stagione invernale, la commissaria Anna Maria Cancellieri si prepara a smantellare.

Ma la chiusura del servizio, che già aveva dovuto contare sull’appoggio dei bolognesi a causa degli scarsi fondi dati dal Comune (molti hanno donato le loro coperte o fatto i volontari), non lascia indifferente la città. L’appello lanciato su Facebook dal Partito democratico sta raccogliendo sostegni bipartisan – da Rifondazione comunista all’Udc, da Virginio Merola a Stefano Aldrovandi, passando per un ventaglio amplissimo di forze associative. E se il Comune commissariato per ora non dà segni di ripensamento, la
chiusura prevista per il 20 marzo verrà protratta al 31 grazie all’aiuto di Arci Bologna.

"Vorrei vivere in una città che si occupa delle persone - di tutte le persone, anche di chi non ha un tetto. Dove andranno se il dormitorio chiude? Continueremo a passare davanti a loro facendo finta di non vedere?", scrive Elena sul gruppo Facebook "No alla chiusura del dormitorio di via Capo di Lucca!" creato dai Giovani democratici di San Vitale che in pochi giorni ha raggiunto i 1310 amici, fra cui non mancano politici e attivisti. E mentre Stefano Brugnara promette che l'Arci si farà carico delle spese fino alla fine del mese, la preoccupazione di molti va al dopo. L'Antoniano parla della "urgenza di pensare insieme al Comune ad una struttura di prima accoglienza che negli anni è stata progressivamente smantellata". E alcuni evocano il fantasma del piccolo Devid, come Gianguido Naldi di Sel, che ammonisce: "Certe scelte producono un disagio sociale che sfocia nelle tragedie come la morte del piccolo qualche mese fa".





Il link al mio articolo sul  Fatto Quotidiano


Il gruppo facebook contro la chiusura del dormitorio

1 commento:

  1. IMPEGNO CANCELLIERI PER SALVARE DORMITORIO

    ANNUNCIO DEL COMMISSARIO: LAVORIAMO A PROROGA DI UN PAIO DI MESI

    (DIRE) Bologna, 24 mar. - Il Comune di Bologna fa marcia
    ...indietro: e' pronto a prolungare la vita del dormitorio di via
    Capo di Lucca per almeno un altro paio di mesi. Lo annuncia il
    commissario Anna Maria Cancellieri, dopo che in mattinata il
    subcommissario Raffaele Ricciardi ha incontrato una delegazione
    di clochard ospiti di diverse strutture cittadine. Ma e'
    Cancellieri ad annunciare che l'amministrazione sta lavorando per
    tenere aperta quella di via Capo di Lucca (circa 70 ospiti) oltre
    la fine del mese, il nuovo termine dopo che l'Arci ha deciso di
    sovvenzionare il prolungamento della vita del centro di una
    decida di giorni. Ora Palazzo D'Accursio e' pronto a investire
    per mantenerlo aperto ben piu' a lungo. "C'e' la volonta' di
    farlo- spiega Cancellieri- intanto di garantire un paio di mesi,
    il tempo che la stagione si metta al meglio. Una cosa e' certa:
    che vogliamo farlo, poi tra il dire e il fare c'e' di mezzo il
    mare. Bisogna vedere se superiamo questo mare".
    Ma l'amministrazione dara' per forza di cose una risposta a
    breve. "Entro un paio di giorni speriamo di trovare la quadra",
    sicuramente prima del 31 marzo, giorno in cui era prevista la
    fine del 'piano freddo' e la chiusura definitiva di via Capo di
    Lucca. Per ora l'operazione e' pensata coi soldi del Comune
    (circa 12.000 euro al mese il costo della struttura) ma
    l'obiettivo e' "trovare del volontariato che ci assista in modo
    da affrontare" la spesa. Come detto, Cancellieri fa l'annuncio
    appena finito l'incontro tra Ricciardi e la delegazione di senza
    fissa dimora venuti a manifestare il loro disagio.(SEGUE)See more

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